Dall’inizio di novembre nel reparto di Onco-ematologia pediatrica di Taranto abbiamo iniziato un importantissimo percorso di supporto psicologico per i bambini malati di cancro e per i loro genitori, grazie alla preziosa collaborazione iniziata con la psico-oncologa Maria Montanaro.
Nata a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, residente e operativa da anni a Padova, torna nella sua Puglia per affrontare una sfida importante insieme a tutto il personale dell’ospedale Santissima Annunziata.
“Il reparto di Onco-ematologia Pediatrica di Taranto mi ha dato l’impressione di una squadra che vuole vincere la sfida di creare un centro dotato di tutti i servizi, per garantire ai bambini ed alle loro famiglie la possibilità di curarsi in loco, senza dover più compiere i viaggi della speranza”, ci racconta la dottoressa.
- Da inizio mese ha iniziato ufficialmente la sua avventura con Soleterre, può parlarci di lei e raccontarci le sue esperienze professionali?
Parlare di se stessi in poche righe è spesso la cosa più difficile!!! Ci provo…Mi definisco una appassionata del mio lavoro, in particolare della psiconcologia e della pet therapy.
Da circa 17 anni lavoro presso il Centro di Oncoematologia Pediatrica di Padova, dove ho coltivato questa mia passione. Fino al 2014 ho collaborato con il Servizio Gioco e Benessere del Dipartimento di Pediatria di Padova per la realizzazione di progetti di pet therapy e di altre co-terapie (massaggio, clown-therapy), finalizzati a promuovere il benessere e l’umanizzazione delle cure del bambino in ospedale.
Collaboro, inoltre, con varie scuole ed associazioni di volontariato del territorio regionale e nazionale per la realizzazione di progetti di prevenzione nell’ambito del disagio giovanile (bullismo e cyberbullismo, educazione alle emozioni, alla salute, alla sessualità) e di altre tematiche inerenti la psicologia scolastica.
Mi occupo anche di formazione nell’ambito dei corsi per operatori di pet therapy, nell’area della psiconcologia (seminari universitari) e del volontariato ospedaliero.
Lavoro infine come psicoterapeuta libero professionista nell’ambito evolutivo e familiare nel mio studio privato.
- Com’è tornare a lavorare nella Sua terra?
Per me l’inizio della collaborazione con Soleterre ha rappresentato una bella opportunità professionale. Amo le sfide e ho accettato di sfidare Taranto, una città che ho lasciato 23 anni fa per andare a studiare e formarmi a Padova e che ora ho ritrovato con una grande voglia di riscatto. Il reparto di Onco-ematologia Pediatrica di Taranto mi ha riservato una calorosa accoglienza e mi sono sentita riconosciuta come esperta.
- Quali sono le aspettative che ha per questa collaborazione?
Da questa collaborazione mi aspetto di poter portare la mia esperienza maturata a Padova e di costruire modelli operativi condivisibili in rete anche con gli altri psicologi della Fondazione Soleterre e di altri Centri.
- Che rapporto riesce ad instaurare con le famiglie che incontra?
Le famiglie di Taranto, pur nel dolore dell’esperienza che si trovano a vivere, affrontano con grande speranza il viaggio nel mare magnum della malattia, a volte in tempesta. Sin da subito i genitori e i bambini/ragazzi hanno accolto positivamente la proposta di un supporto psicologico, definito come spazio di espressione/contenimento dei loro vissuti emotivi e ponte di collegamento dentro-fuori dall’ospedale. Molti avevano sentito parlare del mio arrivo e mi aspettavano!
- C’è già un aspetto in particolare che l’ha colpita in positivo o in negativo della situazione che ha trovato in reparto?
Il reparto di Onco-ematologia Pediatrica di Taranto mi ha dato l’impressione di una squadra che vuole vincere la sfida di creare un centro dotato di tutti i servizi, per garantire ai bambini ed alle loro famiglie la possibilità di curarsi in loco, senza dover più compiere i viaggi della speranza. C’è molto da fare, da costruire, ma tutto lo staff e le famiglie sono orientati nella medesima direzione: quindi avanti tutta!
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