Ogni anno nel mondo 300.000 bambini e ragazzi ricevono una diagnosi di cancro. Una statistica tremenda per qualsiasi genitore, ma che non può lascia indifferente nemmeno chi non ha figli.
Se parlare di tumore è difficile a priori, parlare di quello infantile lo è ancora di più. Quando pensiamo ai bambini infatti, pensiamo a momenti di giochi, sorrisi e nel nostro cuore vorremmo fosse sempre così.
Non rendersi conto però che questa malattia possa colpire anche i più piccoli non è una soluzione. È per questo che abbiamo ancora bisogno di sensibilizzare l’opinione pubblica, anche istituendo un mese come questo di settembre che è dedicato internazionalmente proprio all’oncologia pediatrica.
Cosa facciamo contro il cancro infantile
Dal 2010 abbiamo avviato il Programma Internazionale di Oncologia Pediatrica “Grande Contro il Cancro” per la prevenzione e la diagnosi precoce del cancro infantile, ma anche per diminuire il livello di sofferenza dei bambini malati e delle loro famiglie, offrendo loro sostegno psicologico ed economico.
Ad oggi gestiamo o supportiamo centri ospedalieri e strutture sanitarie in Italia, Ucraina, Costa d’Avorio, Marocco e Uganda perché purtroppo il tumore non conosce confini, ma allo stesso tempo colpisce in modo diverso a seconda del luogo in cui si trova il bambino e delle condizioni economiche della sua famiglia.
L’importanza del supporto psicologico, anche a distanza
Il supporto psicologico è un elemento decisivo per la salute dei pazienti: gestire nel modo corretto le emozioni è indispensabile per l’esito stesso dei trattamenti. I nostri psicologi, dal 2012 presenti nelle corsie del reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico San Matteo di Pavia, non garantiscono solo la terapia psicologica in ospedale, ma li fanno sentire accolti, ascoltati, aiutati.
La loro è una presenza che non è mancata nemmeno durante il periodo di emergenza COVID-19: nonostante l’impossibilità di stare vicino ai bambini, ci siamo impegnati a trovare nuovi modi per dare continuità ai servizi. Le piattaforme web, le video chiamate, o anche semplicemente il telefono cellulare, sono stati fin dall’inizio degli alleati decisivi.
Con il supporto a distanza i bambini e i ragazzi in cura hanno avuto la certezza di non essere lasciati a se stessi nel momento del bisogno. Anche le famiglie hanno accolto positivamente la novità, perché ha permesso loro di condividere vissuti e paure correlate a quel difficile momento.
I nostri psicologi sono così sempre stati al fianco dei loro pazienti, mantenendo salda la relazione di fiducia già costruita, anche quando tutto il mondo esterno, compresi loro, stava affrontando una situazione nuova e difficile da gestire emotivamente.
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