In Italia in questi giorni si parla tanto di ritorno a scuola in sicurezza, ma siamo davvero sicuri che si stiano prendendo le giuste misure per preparare studenti, insegnanti e genitori a un rientro del tutto nuovo?
Durante i mesi del lockdown, i genitori hanno dovuto gestire timori e paure dei propri figli, ed emozioni che prima della pandemia non si erano magari mai manifestate: svogliatezza, irritabilità, intolleranza alle regole, regressioni…Tutti sintomi di un malessere psicologico che, se non adeguatamente gestito ed elaborato, può pregiudicare l’equilibrio psichico e la serenità futura di intere generazioni.
Fino a oggi né per i bambini né per i docenti è stata prevista alcuna misura per rispondere all’esigenza di agevolare il rientro a scuola in un contesto di gran lunga differente rispetto a prima della pandemia.
Da sempre sosteniamo che ogni emergenza, sia essa sanitaria o sociale, è anche un’emergenza psicologica e per questo motivo abbiamo deciso di intraprendere la più ambiziosa delle sfide: sostenere e scommettere sul Futuro, ovvero sul mondo della scuola nel suo insieme.
Cosa facciamo in concreto
Nell’ambito del Fondo Nazionale per il Supporto Psicologico in Emergenza COVID-19 abbiamo iniziato un nuovo progetto, “Rientro a scuola“, dedicato alle scuole con l’IC di Corso Cavour di Pavia, un istituto comprensivo che aggrega al suo interno tre ordini di scuola: Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado.
Attraverso percorsi dedicati a genitori, insegnanti e gruppi classe, a partire dal 2 settembre, i nostri psicologi stanno fornendo strumenti utili e il supporto necessario per affrontare il reinserimento scolastico. I primi incontri saranno rivolti al personale docente e ai genitori, in modo da far acquisire consapevolezza e strategie per la gestione della classe al momento del rientro. Dai primi giorni di scuola fino a dicembre, cicli di 4 incontri di un’ora verranno invece dedicati a ciascuna classe per sostenere i nostri alunni nell’elaborazione dell’evento traumatico.
Solamente elaborando il passato e lavorando sul presente potremo tornare a pensare a un nuovo futuro senza dimenticarci di chi ha sofferto, specialmente i bambini.
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