L’Uganda presenta tassi di mortalità materna[1] (438 su 100.000 nati vivi), neonatale (26 su 1.000 nati vivi) e infantile (54 su 1.000 nati vivi)[2] ancora piuttosto critici. In Nord Uganda la malaria è la malattia con più alti tassi di mortalità e morbilità (responsabile del 33% delle ammissioni nel distretto di Gulu), seguita da infezioni respiratorie (19,6%) e malattie gastrointestinali (vermi intestinali al 3,4%, diarrea al 6% o disturbi correlati). I bambini sono i più colpiti: secondo l’OMS, le malattie sopra elencate sono tra le 10 principali cause di morte. Inoltre, si registra che la malnutrizione rappresenta una condizione critica comune nei bambini nelle comunità: poche informazioni vengono fornite sulle cause e sulla gestione dell’alimentazione durante il periodo prenatale e neonatale. Nel campo di Palabek, la prevalenza della malnutrizione acuta è superiore al 12% rispetto a qualsiasi altro campo della regione. L’anemia tra i bambini di età compresa tra 6-59 mesi si attesta al 46%.
Nel 2018 Soleterre ha stretto una collaborazione con il Distretto sanitario di Gulu per operare in due centri sanitari periferici, Awach HCIV e Pabwo HCIII. Ai due centri sono stati donati macchinari per interventi chirurgici di base, frigorifero per la conservazione dei medicinali e attrezzatura informatica necessaria per raccogliere, elaborare e comunicare i dati clinici con gli altri centri e riferire i casi più gravi all’Ospedale Regionale di Riferimento di Gulu. Inoltre, ad aprile 2019 ad Awach è stato installato un sistema solare per la fornitura di corrente elettrica che garantisce il regolare funzionamento della sala operatoria, del reparto di maternità e del reparto di medicina generale, quando – purtroppo – si verificano casi di interruzione di corrente: questo ha permesso di svolgere con successo piccoli interventi chirurgici d’urgenza anche di notte, servizio che purtroppo pochi centri sanitari forniscono. Grazie all’intervento di Soleterre, i due centri sanitari hanno potuto garantire una migliore qualità del servizio di maternità e degli altri servizi offerti. Secondo i dati raccolti da ottobre 2018 a giugno 2019 i due centri sanitari hanno assistito 375 donne nel parto, 472 donne incinte hanno effettuato la prima visita e 249 la quarta visita, che sono le due visite più importanti durante la gravidanza. Inoltre, nei centri sono stati assistiti 2.393 pazienti ricoverati, e sono state eseguite 24.608 visite ambulatoriali.
A maggio Soleterre ha firmato un Memorandum of Understanding anche con il distretto sanitario di Lamwo per iniziare lo stesso tipo di intervento nei due centri sanitari che servono il campo profughi di Palabek, aperto il 12 aprile 2017 al confine Nord dell’Uganda: Palabek Ogili HCIII e Apieta HCII. Ad agosto 2019 sono state donate al centro sanitario di Palabek Ogili le prime attrezzature mediche necessarie per fornire adeguati servizi alla popolazione locale e rifugiati del distretto (che al momento vivono in condizioni igienico sanitarie altamente precarie) e, in particolar modo, per poter assistere le donne in gravidanza. L’Uganda ospita attualmente oltre 1 milione e 300 mila persone, la maggioranza delle quali proviene dal Sud Sudan (63,2%), ed è il terzo paese al mondo (dopo la Turchia ed il Pakistan) con il più alto numero di rifugiati. Secondo gli ultimi dati statistici dell’UNHCR risalenti a luglio 2019, il campo di Palabek allo stato attuale ospita oltre 49.460 rifugiati (di cui l’86% sono donne e bambini) provenienti principalmente dal Sud Sudan. Nonostante la firma dei negoziati di pace avvenuta il 12 settembre del 2018 a Kartum tra il presidente Salva Kiir e il suo rivale Riek Machar, nei mesi del 2019 il campo rifugiati di Palabek ha registrato un aumento vertiginoso degli arrivi che supera i 2.000 al mese (con un picco il mese di giugno 2019 di 3.271 persone).
L’impegno di Soleterre in Nord Uganda continua anche nell’ambito dell’oncologia pediatrica in collaborazione con St. Mary’s Hospital Lacor: nel 2018 fino a giugno 2019, 198 bambini e i loro genitori sono stati ospitati nella casa d’accoglienza e hanno ricevuto cure socio-sanitarie, sono state organizzate 38 sessioni individuali con bambini e 50 con i genitori e 31 sessioni di gruppo con i bambini e 30 con i genitori. Inoltre, 127 famiglie hanno beneficiato di fondi d’emergenza stanziati per aiutarli a far fronte alle ingenti e improvvise spese che la malattia e le lunghe terapie costringono ad affrontare; 112 genitori hanno anche beneficiato di attività generatrici di reddito con lo scopo di insegnare loro alternative fonti di guadagno per distrarli dalla sofferenza della malattia. A gennaio 2019 è iniziata la collaborazione con Afron e St. Mary’s Hospital Lacor per la realizzazione del progetto ABLE+ (Awareness for Burkitt’s Lymphoma Eradication), che -grazie agli effetti dei risultati della prima fase pilota nel 2018- ha permesso di estendere l’area target di interesse (dalla regione sub-Acholi a quella Lango e West Nile), dove, secondo le statistiche, c’è una maggiore incidenza di bambini affetti da Linfoma di Burkitt. Nell’anno 2018 fino a giugno 2019, 2.825 persone sono state coinvolte in attività di sensibilizzazione nei villaggi vicini alle strutture sanitarie di Kuluva, Omugo e Angal. Grazie a queste attività, 169 bambini con sospetto Linfoma di Burkitt hanno ricevuto le prime analisi diagnostiche e 11 di questi sono stati riferiti al St. Mary’s Hospital Lacor per maggiori approfondimenti e per seguire la terapia chemioterapica prevista.
[1] Le principali cause di mortalità materna includono: emorragia (42%), ostruzione del canale del parto o travaglio prolungato (22%) e complicazioni derivanti dall’aborto (11%), combinato ad un alto tasso di gravidanze adolescenziali (24%).
[2] Ministry of Health, Health Sector Development Plan 2015-16-2019-20 (2015).
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