Scriveva Walt Withman: “Democrazia, è una grande parola la cui storia rimane ancora da scrivere”. Una citazione che quotidianamente, da ormai venti anni, Damiano Rizzi, presidente di Soleterre, tocca con mano in ogni viaggio che fa, in visita ai progetti.
In uno di questi viaggi a Kiev, nel 2019, visita un mercatino dell’usato e comprò una cartella porta documenti in pelle di un ufficiale militare medico dell’Armata Rossa. Al suo interno sette lettere scritte a mano e una fotografia che ritraeva un ufficiale: probabilmente il proprietario della cartelletta. Erano sette lettere uguali senza destinatario: per Damiano inizia così un viaggio nella memoria di un’altra persona, un soldato che il 27 gennaio 1945 aprì per la prima volta i cancelli di Auschwitz e si ritrovò davanti un orrore di cui l’umanità ancora non era a conoscenza. Un orrore che diede però vita all’importantissima Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Sulla scia di questo ritrovamento, Damiano Rizzi decise di scrivere a sua volte sette lettere a un lettore futuro, ma valide anche oggi, in cui parlare del giorni in cui grazie all’emancipazione umana e alla fine dell’indifferenza, il dominio dell’uomo sull’uomo sarà sostituito dalla cooperazione. Come già fanno gli esseri più evoluti sulla Terra.
Sette lettere che raccontano una storia di riscatto e di speranza, perché le storie sono la Storia.
“Lettere per il futuro” di Damiano Rizzi, con la prefazione di Corrado Formigli, è pubblicato da Altreconomie ed è acquistabile già ora sul sito della casa editrice.
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