26 aprile 1986. Trentuno anni fa il più grave disastro nucleare mai avvenuto nella storia rilasciava nell’ambiente enormi quantità di sostanze radioattive, molte di più delle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki e dieci volte superiori a quelle della successiva Fukushima. Le sostanze rilasciate dall’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, hanno ucciso migliaia di persone in breve tempo e hanno contaminato il terreno, l’aria, l’acqua e continuano a far ammalare e a uccidere ancora oggi.
Secondo lo studio Medico-demographic changes after Chornobyl Catastrophe in Health Effetcs of the Chornobyl accident – a quarter of Century Aftermath, in Ucraina l’aspettativa di vita è diminuita da 71 a 67 anni in meno di un ventennio e la mortalità infantile è aumentata, soprattutto nel primo anno di vita dei bambini. Centinaia di migliaia di bambini sono stati esposti a bassi dosaggi di radiazioni acute per un periodo prolungato di tempo e a una serie di sostanze chimiche trasportate dalla nube radioattiva.
Nonostante gli sforzi per preservare e riabilitare la salute dei bambini esposti alle radiazioni, la diminuzione delle persone completamente sane è impressionante: dal 27.5% nel 1986 si è passati ad un misero 7.2% nel 2005. Parallelamente sono aumentati i bambini colpiti da malattie croniche: dall’8,4% del 1986/87 si è passati al 77.8% nel 2005.
Molti dei bambini e adolescenti di allora sono oggi diventati genitori e i loro figli hanno ricevuto la nera eredità di Chernobyl. Diversi studi hanno evidenziato come il livello di salute di questi bambini sia generalmente basso: il numero di quelli completamente sani in età scolare non supera il 10%. Il loro sviluppo fisico – uno dei principali criteri per stabilire lo stato di salute – è risultato essere non armonioso nel 62% dei casi.
Oggi le seconde generazioni dei figli di Chernobyl presentano un’instabilità genomica che aumenta la probabilità di cancro o malformazioni congenite. In Ucraina ogni anno vengono diagnosticati circa 1.000 nuovi casi di cancro infantile, un numero a cui bisogna aggiungere i numerosi casi di recidiva: circa il 30% dei bambini infatti si riammala e deve ricorrere a nuove cure.
In Ucraina Soleterre interviene con il Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica all’Istituto Nazionale del Cancro, principale centro di riferimento nazionale per questa patologia, nel reparto di pediatria dell’Istituto di Neurochirurgia di Kiev e nell’oncologia pediatrica dell’Ospedale Regionale di L’viv. Dal 2003 ad oggi l’intervento di Soleterre ha contribuito ad innalzare il tasso di sopravvivenza al tumore infantile arrivando al 55%, un dato ancora troppo basso paragonato alla media europea (75-80%).
La situazione sanitaria del Paese è purtroppo peggiorata negli ultimi 3 anni con lo scoppio della guerra civile che ancora oggi sta imperversando nelle regioni dell’est. La crisi politica ha portato con sé crisi economica e umanitaria, dove il taglio di molti servizi sociali come la sanità si accompagna all’aumento del prezzo dei farmaci. Tra il 2014 e il 2015 il costo degli antitumorali è aumentato del 60/80% pregiudicando la possibilità di cura di molti bambini. Soleterre continua a sostenere le famiglie dei bambini malati di cancro e il personale sanitario garantendo forniture di farmaci e materiale sanitario di consumo, dando accoglienza alle famiglie che vengono da lontano e offrendo a tutti il necessario supporto psicologico.