In Ucraina le vittime civili dallo scoppio della guerra (24 febbraio 2022) sono 6.702 secondo la stima dell’ufficio dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani. Di questi, 2.626 sono uomini, 1.794 donne e 386 bambini. A questi vanno ad aggiungersi oltre 17.000 feriti. Stime che l’ONU stessa considera al ribasso.
Oltre alle vittime civili, non si contano i danni alle infrastrutture, in costante aumento e con gravi conseguenze umanitarie. Ci sono poi gli sfollati e i profughi – lo sappiamo bene noi che in Polonia ne accogliamo e curiamo ogni giorno. E proprio queste persone, provenienti da ogni oblast, aumentano la pressione sulle strutture ospedaliere del Paese, ormai sopraffatte dal crescente numero di malati e feriti di guerra a cui prestare soccorso.
Gli effetti della guerra si ripercuotono sulla salute mentale degli individui, i cui sintomi sono già rilevabili: disturbi da stress port-traumatico (PTSD), dissociazione traumatica e stress cronico da guerra sono alcune delle patologie che si possono sviluppare e che contribuiscono all’insorgere di altre problematiche di salute come diabete o malattie cardiovascolari e ciò può diventare ancor più grave nel caso di un bambino.
Secondo l’UNICEF due bambini su tre in Ucraina sono stati sfollati a causa dei combattimenti. Oltre al trauma della guerra con conseguente abbandono delle proprie case, l’UNICEF ha inoltre rimarcato che i bambini in fuga corrono un rischio significativo di separazione familiare, abusi, sfruttamento sessuale e tratta. Il bilancio della salute mentale è aggravato dal fatto che molte famiglie sfollate restano senza lavoro e sono quindi incapaci di provvedere ai bisogni primari dei propri figli.
Oltre alla guerra che sta danneggiando le infrastrutture con gravi conseguenze per i riscaldamenti e gli approvvigionamenti di acqua potabile e cibo, è arrivato l’inverno che con il gelo aggraverà ancora di più le condizioni della popolazione ucraina. Nelle prossime settimane sono previste temperature fino a -20°C in alcune zone del Paese e se pensiamo che la gran parte degli sfollati oggi vive in strutture di accoglienza spesso non adatte a temperature rigide, è facile comprendere l’urgenza di un intervento per evitare ulteriori vittime innocenti.
Cosa stiamo facendo per fermare l’emergenza umanitaria?
Soleterre è presente in Ucraina dal 2003 dove, grazie alla collaborazione con Zaporuka, porta avanti interventi nel settore della salute e della protezione, con un focus sul supporto psico-sociale alla popolazione e un sostegno materiale e di formazione negli ospedali.
Dall’inizio della guerra siamo impegnati nel supporto psico-sociale agli sfollati, con particolare focus sulle famiglie, sui bambini e sulle persone in condizione di maggiore vulnerabilità. Con il progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo stiamo portando tutto il nostro impegno e la nostra esperienza nei distretti di Kiev, Poltava e Cherkasy.
Attualmente ci stiamo occupando di garantire servizi immediati di risposta all’emergenza e di risposta all’inverno che sta aggravando la situazione di tutto il Paese. Stiamo portando beni di difficile reperimento, supporto psico-sociale agli sfollati e supporto psico-oncologico ai bambini malati di cancro. Inoltre, stiamo lavorando a sostegno delle strutture sanitarie che ormai non sono più in grado da sole di offrire i servizi essenziali.
In particolare, quello che serve ora sono stufette, legna e viveri per superare il gelo dell’inverno. Ad oggi, siamo riusciti a raggiungere 237 famiglie, per un totale di 510 persone. In queste zone l’inverno ha reso sempre più difficile reperire beni di prima necessità, già difficili da trovare in un paese in guerra. Per questo, ci stiamo occupando anche di portare forniture mediche, igieniche, alimentari, sostegni economici, supporto psicologico, soluzioni abitative. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere 26 centri per un totale di circa 10.600 persone, per cercare di fermare quella che ad oggi è una vera e propria urgenza umanitaria.
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