ll conflitto in Ucraina ci ha visti da subito in prima linea per i bambini malati di cancro in quel Paese, ma gli altri nostri progetti nelle nazioni in cui siamo presenti sono comunque andati avanti con la stessa forza di prima.
Nei giorni scorsi ad esempio siamo tornati grazie ad Alessandra, nostra Project Manager, e Simone Durante, il nostro amico fotografo che spesso ci accompagna nelle missioni all’estero, a Gulu e Kampala, in Uganda, a salutare i nostri colleghi e partner locali, tra cui l’ospedale di Lacor e quello regionale.
Entro la fine dell’anno un’altra struttura sanitaria dovrebbe essere inaugurata: l’UCI a Kampala, un nuovo ospedale che andrà a curare i tumori pediatrici con la radioterapia, attualmente non disponibile a Lacor.
Abbiamo anche visitato la casa d’accoglienza per i bambini malati di tumore: in questo momento stiamo riuscendo a ospitare ben 32 bimbi perché la struttura è stata ampliata! La nostra attività di prevenzione ed early detection dei tumori sta permettendo a più famiglie di scoprire per tempo i tumori dei loro figli e di affidarsi poi agli ospedali, ed essere poi ospitati da noi quando purtroppo vivono troppo lontano dalla città.
Grazie poi alla formazione in loco che portiamo avanti per medici e personale ospedaliero e che stiamo per rafforzare, la presa in carico dei piccoli pazienti e il loro percorso di guarigione sta aumentando la loro aspettativa di vita.

Alessandra e Simone in viaggio verso l’Uganda
Amina e sua mamma: essere accanto a chi non può permettersi le cure
In un Paese a basso reddito, come è l’Uganda, capita spesso che le famiglie non portino i figli a curarsi o alle visite di controllo che dovrebbero seguire per la loro guarigione perché i costi per recarsi in ospedale sono per loro elevati.
È quello che è ad esempio capitato ad Amina, una bimba malata di cancro che dall’inizio della malattia stiamo seguendo e che siamo andati a trovare a casa sua.
La piccola vive in un villaggio insieme alla sorella e alla mamma che coltiva un piccolo appezzamento di terreno per mantenersi economicamente.
I soldi però non erano abbastanza e così un giorno la donna non ha potuto pagare i biglietti dell’autobus per recarsi in città a fare il ciclo di chemioterapia ad Amina…
Saltare anche solo un appuntamento inficia purtroppo nel ciclo di guarigione di questi piccoli pazienti oncologici. Così abbiamo ideato e lanciato un apposito programma di follow-up per tutte le famiglie che si trovano in questa difficile situazione.
Il nostro staff locale infatti monitora quotidianamente ogni bambino e adolescente, assicurandosi che le cure e le visite di controllo vengano effettuate e laddove ciò non avviene le famiglie vengono raggiunte nei loro villaggi. In questo modo riusciamo a far sì che le cure e le visite di controllo non vengano saltate e la guarigione sia più che una speranza!
Come Amina purtroppo sono molti i bambini che rischiano di saltare le cure perché abitano lontani dagli ospedali.
Questa nostra azione di visita a domicilio, ma anche gli aiuti per le spese di viaggio che riusciamo a dare loro e l’accoglienza nella casa hanno dei costi che riusciamo a coprire grazie all’aiuto di donatori come te.
Aiutaci a continuare le nostre attività in Uganda!

Amina con sua mamma e sua sorella, nel loro villaggio
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