Ci sembra anacronistico ancora oggi dover parlare di diseguaglianze nelle cure quando siamo nel 2022 e abbiamo numerose dichiarazioni sottoscritte dai maggiori Paesi in cui si parla di diritto alle cure. Eppure, guardando da vicino dati e statistiche questo diritto sembra rimanere una parola scritta che non trova applicazione.
La situazione è ovviamente più grave man mano che ci spostiamo dall’Occidente: non è un segreto che nelle nazioni del Terzo e Quarto mondo la salute sia un bene prezioso, quanto l’acqua per alcune zone. E quando arriva una diagnosi per cancro è una condanna a morte.
È questo che ci ha spinti dal 2010 a lanciare e portare avanti il nostro programma globale contro il cancro infantile “Grande contro il cancro”, oggi attivo in Ucraina, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Marocco, Uganda e Italia. Sì, anche il nostro Paese, perché purtroppo le stesse disuguaglianze che abbiamo visto nel sud del mondo sono presenti anche nel sud Italia, ma anche in altre zone delle province del nord.
Persino da noi – nonostante la presenza del Servizio Sanitario Nazionale – ogni famiglia si trova ad affrontare ingenti spese per curare il tumore dei propri figli. Ogni anno infatti solo in Italia sono 71.0000 i bambini e adolescenti che insieme alle loro mamme e papà devono spostarsi per le cure e questo comporta una spesa media annuale di 6.000 Euro a paziente (dati FAVO). Una somma che per alcuni nuclei familiari non è affrontabile: un’ulteriore preoccupazione che va ad appesantire il già pesante stato di queste persone.

Attraverso Grande contro il cancro, riusciamo a coprire parte di queste spese, erogando circa 3.200 Euro a famiglia, grazie alle donazioni dei nostri sostenitori.
La situazione poi peggiora man mano che ci spostiamo nei Paesi meno abbienti. Per fare un esempio, in Costa d’Avorio la spesa media a cui va incontro una famiglia per curare il cancro del proprio figlio o della propria figlia si aggira intorno alle 3.800 Euro solo per i medicinali, le operazioni e gli esami. Tutte spese non coperte dal loro sistema sanitario. E a queste si aggiungono anche i trasporti, l’alloggio e il vitto mentre si trovano a loro volta in un’altra città per le cure…
Di fronte a una prospettiva simile, spesso una famiglia vende tutto ciò che ha e altre rinunciano perché ormai il cancro è talmente a uno stadio avanzato che non c’è più nulla da fare. Una scelta orribile di fronte alla quale nessuna madre e nessun padre dovrebbero mai trovarsi.
I nostri 20 anni di costante impegno, grazie a chi tra voi ci è stato sempre accanto, ha però portato grandi risultati. Ad oggi le case d’accoglienza aperte in Italia e nel mondo sono 6 e i loro posti letto sono 124. E solo nei primi 6 mesi del 2022 abbiamo ospitato 298 bambini e adolescenti e 302 loro familiari. Persone che non abbiamo lasciato sole nemmeno nel quotidiano, dando loro la presenza costante di 28 operatori dedicati che all’interno delle case d’accoglienza li assiste, aiuta nelle incombenze quotidiane e li coinvolge in attività che possano in qualche modo rendere un po’ più leggeri i pensieri. Allo stesso modo poi i nostri Psicologi sono sempre presenti per loro, pronti ad ascoltarli e aiutarli ad affrontare le paure del presente e del futuro.
È solo facendo e rimboccandoci le maniche che riusciremo a far sì che, sia nel nostro Paese che nel resto del mondo, non ci siano pazienti di serie A e di serie B. L’accesso alle cure deve davvero essere un diritto per tutti, specialmente quando si parla di bambini, le cui giornate dovrebbero essere fatte di giochi, sorrisi e nuove cose da imparare…
Il fare è la strada che abbiamo intrapreso 12 anni fa con Grande contro il cancro e sono in tanti a essere scesi al nostro fianco, vedendo con i propri occhi ciò che siamo riusciti a ottenere e i sorrisi che siamo riusciti ad accendere.
Puoi riaccendere un sorriso anche a tu e abbattere un mattone del muro di quella diseguaglianza nelle cure
che ancora oggi fa sì che alcuni bambini
non abbiano un futuro…
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