Ad aprile, abbiamo lanciato il sondaggio nazionale “COVID-19 e benessere psicologico” per capire quanto profondi sono i disagi legati alla pandemia e vissuti dalla popolazione.
Ne è emerso un quadro davvero spaventoso e che ci ha dimostrato quanto sia importante intervenire tempestivamente per curare anche la mente e non solo il corpo, oltre che per prevenire una serie di problemi e conseguenze più gravi.
Di tutti i partecipanti, il 60,7% sostiene di aver vissuto un trauma durante la pandemia: il 22,3% la morte di una persona cara, il 10.7% la perdita del lavoro e l’8,6% la malattia propria o di un familiare. Tutti eventi che non possono non lasciare una traccia anche sulla psiche delle persone, anche in tempo di “normalità”.
Quello che ci ha fatto riflettere ulteriormente però è stata la risposta dalla domanda “Hai pensato seriamente di farti del male?”. Il 25% delle persone che hanno risposto al sondaggio hanno detto di sì. Una persona su quattro: un dato che preoccupa.
Ovviamente non possiamo ancora al momento incrociare questa volontà di autolesionismo e suicidio con i dati nazionali, visto che vanno analizzati su un periodo più lungo e gli osservatori nazionali non restituiscono mai una fotografia in tempo reale.
Tuttavia questa risposta ci ha fatto capire che il lavoro dei nostri psicologi sul campo, sin dal primo minuto dell’emergenza, è stata – per chi ha potuto usufruirne – una boccata di ossigeno. E allo stesso tempo ci dimostra però anche quanto il malessere psicologico sia diffuso nel nostro Paese e anche piuttosto taciuto.
Un malessere che il nostro Stato ancora non affronta con la dovuta importanza, lasciando che siano associazioni e onlus, come anche la nostra, a darsi da fare per aiutare chi ha bisogno.

La nostra Rete di psicologi per voi
Parlare di questi risultati e renderli noti al pubblico è fondamentale: troppo spesso diamo la precedenza ai problemi fisici e non a quelli mentali. Eppure il benessere psicologico è la base per una vita equilibrata e anche per affrontare eventuali percorsi di cure fisiche, come abbiamo visto in più di 18 anni nei reparti di oncologia.
Chiedere aiuto non è una vergogna, ma l’inizio di un sentiero da compiere con uno psicologo che può accompagnarci verso una maggior serenità, per far del bene a noi e a chi ci circonda.
La nostra Rete di psicologi è a disposizione proprio per ascoltarvi e fissare insieme a voi l’inizio proprio di questo percorso di rinascita e superamento del trauma.
Sul sito psicologisoleterre.org troverete tutte le informazioni su come mettervi in contatto con loro.
Lascia un commento