Oggi in Italia il tema della povertà legata al cancro è sempre più urgente: sono migliaia i minori che ogni anno per curarsi affrontano ricoveri e terapie oncologiche lontano da casa.
Quando si ammala un bambino infatti è tutta la sua famiglia ad ammalarsi.
Oltre al dramma della malattia, spesso queste famiglie sono costrette a trasferirsi temporaneamente per le cure: i genitori, per stare al fianco del figlio malato devono rinunciare al lavoro, sostenere spese impreviste di alloggio e di viaggio, perdere il sostegno emotivo della famiglia di origine.
Nella maggior parte dei casi questi spostamenti avvengono dal Sud al Nord Italia, eppure anche all’interno dello stesso Sud sono numerosi i viaggi per motivi sanitari, che comportano grandi sforzi economici e inevitabilmente espongono le famiglie al rischio della povertà.

Ne è un esempio la città di Taranto, dove da circa un anno è nato un reparto di oncologia pediatrica presso l’Ospedale SS. Annunziata: qui i pazienti sono passati da 4 a circa 60 poiché il centro è diventato un punto di riferimento per la popolazione di Calabria, Basilicata e parte della Puglia.
Inoltre i periodi di permanenza lontano da casa, nel caso di minori malati di cancro, sono difficilmente prevedibili e mediamente non inferiori ai 6/8 mesi.
La maggior parte dei genitori dei piccoli pazienti oncologici che svolge un’attività lavorativa dichiara di aver subito pesanti riduzioni del reddito durante il periodo di malattia del proprio bambino. Molti hanno dovuto fare assenze prolungate e hanno avuto un calo non voluto del loro rendimento, arrivando così in alcuni casi anche a perdere il lavoro.
Come la famiglia della piccola Marta che per curarsi al Policlinico San Matteo di Pavia si è dovuta trasferire da una regione del sud Italia. Il suo papà Filippo è un lavoratore autonomo e non può usufruire di alcun benefit o tutela e, anzi, anche nei periodi in cui si assenta per stare accanto alla sua bambina, deve sostenere delle spese fisse per mantenere aperta la sua attività. Questa situazione grava così sulle disponibilità economiche di tutta la famiglia, che può contare solo su questa fonte di reddito. Filippo quindi torna a casa per lavorare non appena gli è possibile, ma deve affrontare sempre ingenti spese di viaggio.
Soleterre vuole essere di sostegno a queste famiglie durante il dramma della malattia, dando una risposta alla questione dei viaggi sanitari e della povertà oncologica affinché tutti i bambini, indipendentemente dalla disponibilità economica, abbiano accesso alle cure.
Con il tuo aiuto supporteremo le famiglie attraverso la copertura delle spese di viaggio più elevate. Il contributo economico, pari a 400 Euro mensili, sarà destinato in particolare a quei nuclei familiari caratterizzati da condizioni socio-economiche medio-basse, in cui uno o entrambi i genitori hanno perso il lavoro per poter assistere il figlio malato.
Lascia un commento